E’ molto tempo che, con fasi alterne, tento di fare “arte” dandole nel trascorrere del tempo e nel maturare di esperienze e conoscenze, significati e intenzioni diversi o forse solo più o meno ricchi.
Dopo alcuni anni di studi artistici (Istituto d’arte di Trento, Accademia d’Urbino) ho continuato autonomamente a migliorare le mie tecniche dipingendo e disegnando per mio piacere.
Da amante del dadaismo sono passato attraverso una lunga serie di dipinti informali alla ricerca di nuovi materiali quali: vetri colorati, cartoncini incollati, supporti di polistirolo e altro (purtroppo gran parte di questi lavori sono andati persi o deteriorati).
Dopo un lungo periodo in cui la vita mi ha portato verso altre direzioni da circa quindici anni ho deciso di riprendere a fare arte.
Prima ho ritenuto necessario migliorare le mie capacità tecniche, questo attraverso un continuo esercizio nel disegno e nella pittura, poi ho partecipato ad un corso tenuto dal professor Mario Dall’Aglio ed ho continuato autonomamente nell’esercizio “artistico”.
Nello specifico della ricerca estetica e artistica, oltre a ritenermi aperto ad ogni forma espressiva, credo che un “senso comune estetico” dei nostri tempi sia di difficile oggettivazione anche perché sottoposto a parecchie influenze.
Probabilmente, mai come in questi giorni, ha avuto più valore il motto: “Piace ciò che piace”. Il senso del non-senso.
In un contesto puramente percettivo sono affascinato dal colore, al disegno do un valore più narrativo che tecnico. L’utilizzo di più materiali e tecniche è limitato solo da problemi pratici (spazio, strumentazione, conoscenza e costi).
E che altro dire?
Credo che l’arte in tutte le sue forme possa ancora contenere delle ipotesi di cambiamento non totalmente mercificate o controllate.
Dopo alcuni anni di studi artistici (Istituto d’arte di Trento, Accademia d’Urbino) ho continuato autonomamente a migliorare le mie tecniche dipingendo e disegnando per mio piacere.
Da amante del dadaismo sono passato attraverso una lunga serie di dipinti informali alla ricerca di nuovi materiali quali: vetri colorati, cartoncini incollati, supporti di polistirolo e altro (purtroppo gran parte di questi lavori sono andati persi o deteriorati).
Dopo un lungo periodo in cui la vita mi ha portato verso altre direzioni da circa quindici anni ho deciso di riprendere a fare arte.
Prima ho ritenuto necessario migliorare le mie capacità tecniche, questo attraverso un continuo esercizio nel disegno e nella pittura, poi ho partecipato ad un corso tenuto dal professor Mario Dall’Aglio ed ho continuato autonomamente nell’esercizio “artistico”.
Nello specifico della ricerca estetica e artistica, oltre a ritenermi aperto ad ogni forma espressiva, credo che un “senso comune estetico” dei nostri tempi sia di difficile oggettivazione anche perché sottoposto a parecchie influenze.
Probabilmente, mai come in questi giorni, ha avuto più valore il motto: “Piace ciò che piace”. Il senso del non-senso.
In un contesto puramente percettivo sono affascinato dal colore, al disegno do un valore più narrativo che tecnico. L’utilizzo di più materiali e tecniche è limitato solo da problemi pratici (spazio, strumentazione, conoscenza e costi).
E che altro dire?
Credo che l’arte in tutte le sue forme possa ancora contenere delle ipotesi di cambiamento non totalmente mercificate o controllate.
Il cavaliere inesistente
"Memorie trasversali" 2005 (l'opera)
Olio su tela (150x50 cm)
"Coincidenti profusioni di agglomerati associativi verso il fenomeno chiamato memoria, stalattiti di associazioni cromatiche intente a creare un supporto storico al proprio io"
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