(Lettera pubblicata sul quotidiano “Alto Adige” nell’autunno 2008)
Mi rendo conto che la lunghezza della lettera può essere un problema, ho cercato di sintetizzare ma più di così compromettevo il significato del testo.
Ritengo sia importante pubblicare il testo integrale per dare un minimo di rivalsa a chi all’arte si dedica da tempo, con impegno e assiduità ma che non ha le stesse opportunità di altri.
Mi auguro venga accolta questa mia richiesta, ringrazio e porgo i miei saluti.
Frittata di rane e “concorrenza perfetta”.
Sono un socio di un associazione artistica di Bolzano e anche se come tale sono direttamente coinvolto in ciò di cui scriverò, in questa occasione parlo a titolo personale e dato che di arte tento di occuparmi, cercando di farla, e dato che faccio parte di un Associazione che da anni con alterni risultati cerca di occuparsi di arte, credo sia giusto soffermarsi su un aspetto di cui poco si è trattato nelle diatribe di questi giorni.
Fingere che l’arte sia fuori dalle leggi di mercato è l’ennesimo inganno di chi le determina.
Ogni artista-produttore per sopravvivere ha bisogno di inserirsi in un mercato che gli consenta lo spazio per trovare conferme o “disconferme” del proprio lavoro, questo mercato per non cadere in monopoli o conflitti di interesse dovrebbe essere gestito in modo corretto e paritario, ma questo non succede, non a Bolzano per lo meno.
In economia la “concorrenza perfetta” è una forma di mercato caratterizzata dall'impossibilità degli imprenditori di fissare il prezzo di vendita dei beni che producono, i quali prezzi derivano esclusivamente dall'incontro della domanda e dell'offerta, che a loro volta sono espressione dell'utilità e del costo marginale. L'impresa non può determinare contemporaneamente quantità e prezzo d'equilibrio del mercato.
Un mercato si può definire perfettamente concorrenziale quando si verificano le seguenti ipotesi:
1. il bene prodotto è omogeneo;
2. le imprese operano in condizione di "informazione perfetta", ossia tutti gli operatori dispongono di informazioni complete in merito ai costi di produzione, ai prezzi, al salario reale di equilibrio, ecc.;
3. le imprese che operano sul mercato hanno una dimensione atomica, tale da non poter influenzare in alcun modo i prezzi di vendita, e che non esistono barriere all'ingresso e all'uscita dei concorrenti;
4. i fattori della produzione sono perfettamente sostituibili fra loro, ossia possono essere riallocati alla produzione di diversi beni, mantenendo sempre la stessa produttività marginale. Questa ipotesi è naturalmente riferita al lungo periodo ed è fondamentale affinché il prezzo di equilibrio sia pari al minimo del costo medio di lungo periodo.
Leggendo, navigando in internet, scorrendo i “giornalini” di informazione locale ho notato con sempre più crescente disappunto che gli spazi informativi erano monopolio quasi incontrastato di un certo settore del mercato artistico e che alle manifestazioni e eventi organizzati da chi a questo settore non appartiene, veniva dato un risalto minimo se non addirittura inesistente.
Un paio di esempi.
L’Associazione Artisti di Bolzano nonostante facesse parte di progetti come “Time Code” e “aspettando Manifesta” con alcuni interventi quali: la mostra alla LUB inserita per l’appunto in Time Code o l’iniziativa Artebus “l’arte tra la gente”, ha cercato di portare il suo contributo a tali manifestazioni, contributo discutibile o meno (non sta a me deciderlo ma ai fruitori) ma che, nel volume finale di presentazione dell’evento Time Code, non viene nemmeno citato! Escludendolo in tal modo da qualsiasi possibilità di confronto, un atto con dei connotati piuttosto evidenti.
In “aspettando manifesta” l’Associazione Artisti di Bolzano collabora con due progetti, uno in corso “Artebus” e un altro, “Moduli”, programmato per luglio/agosto.
Riguardo ad “Artebus” che gira quotidianamente sui nostri autobus cittadini da i primi di giugno fino a fine luglio e oltre, è stato scritto un articoletto dopo tre giorni dalla sua inaugurazione, un articolo curiosamente prolifico sul giornale locale di madre lingua tedesca il giorno dopo l’inaugurazione poi più nulla per un paio di settimane, per poi scomparire addirittura in un articolo dedicato ad “Aspettando Manifesta” sul quotidiano locale (l’arte tra la gente, appunto), in rete e in altri giornali nulla o quasi.
Parlo nello specifico della realtà che conosco, naturalmente, ma mi chiedo quante associazioni o privati sono stati esclusi da questi eventi?
Al contrario trovano molto spazio, se non tutto, altri curatori e artisti, con foto, commenti, articoli, talvolta riproposti quotidianamente su giornali, giornalini e in rete. Di cui, naturalmente, non discuto la validità, non per lo meno in questo contesto e non stigmatizzo la loro presenza sui mass-media, in sé. Ma segnalo la disuguaglianza di trattamento in Manifestazioni che si dichiarano di grande valore democratico.
Così si attua un monopolio che crea qualche dubbio pure sulla volontà di censura, si può tranquillamente parlare di corsia privilegiata.
Tutti conosciamo l’influenza della pubblicità e del marketing quando viene proposto un prodotto, io mi preoccupo quando chicchessia viene e mi dice “questa è l’arte” e mi fa vedere solo quella con insistenza.
Se tutti fumassimo una sola marca di sigarette quella marca sarebbe “la sigaretta”. Ma fortunatamente non è così, anche se qualcuno ci tenta sempre.
Confronto, libera espressione, uguali opportunità, sono i presupposti per chi fa e usufruisce di arte, quella a cui si sta assistendo ora è un operazione di marketing, che tende a monopolizzare ed escludere per poter controllare il mercato e favorire alcuni piuttosto che altri.
Non permettere alle persone (tutte le persone) di scegliere almeno cosa consumare, dato che di questo si tratta, è un ulteriore crudeltà, oltre ad essere assolutamente antidemocratico e la storia dell’arte insegna che non accetta vincoli di sorta e ogni volta che hanno tentato di limitarla è esplosa in tutt’altra forma, opposta o completamente astrusa dalla sua forma originale.
L’arte è libera e di tutti, questo ho sempre creduto ma come può essere di tutti se le condizioni con cui essa può manifestarsi e esprimersi sono limitate già all’avvio, da chi in definitiva gestisce il mercato?
Un merito al Museion và dato, non si è mai parlato tanto d’arte a Bolzano da un bel pezzo. Se fosse questa la grande provocazione dell’arte contemporanea ben venga, ma se rimane solo questa, fare parlare di sé, perde significato e valore, è fine a se stessa, la sua morte, forse è il momento di andare oltre e cominciare aprendo i confini a chi porta anche altro, diverso, opposto, compiacente, scarso, eccelso, vago, decadente, futurista, assurdo, violento, fantastico, provocatorio, etc.., purché si possa scegliere!
Il cavaliere inesistente
Mi rendo conto che la lunghezza della lettera può essere un problema, ho cercato di sintetizzare ma più di così compromettevo il significato del testo.
Ritengo sia importante pubblicare il testo integrale per dare un minimo di rivalsa a chi all’arte si dedica da tempo, con impegno e assiduità ma che non ha le stesse opportunità di altri.
Mi auguro venga accolta questa mia richiesta, ringrazio e porgo i miei saluti.
Frittata di rane e “concorrenza perfetta”.
Sono un socio di un associazione artistica di Bolzano e anche se come tale sono direttamente coinvolto in ciò di cui scriverò, in questa occasione parlo a titolo personale e dato che di arte tento di occuparmi, cercando di farla, e dato che faccio parte di un Associazione che da anni con alterni risultati cerca di occuparsi di arte, credo sia giusto soffermarsi su un aspetto di cui poco si è trattato nelle diatribe di questi giorni.
Fingere che l’arte sia fuori dalle leggi di mercato è l’ennesimo inganno di chi le determina.
Ogni artista-produttore per sopravvivere ha bisogno di inserirsi in un mercato che gli consenta lo spazio per trovare conferme o “disconferme” del proprio lavoro, questo mercato per non cadere in monopoli o conflitti di interesse dovrebbe essere gestito in modo corretto e paritario, ma questo non succede, non a Bolzano per lo meno.
In economia la “concorrenza perfetta” è una forma di mercato caratterizzata dall'impossibilità degli imprenditori di fissare il prezzo di vendita dei beni che producono, i quali prezzi derivano esclusivamente dall'incontro della domanda e dell'offerta, che a loro volta sono espressione dell'utilità e del costo marginale. L'impresa non può determinare contemporaneamente quantità e prezzo d'equilibrio del mercato.
Un mercato si può definire perfettamente concorrenziale quando si verificano le seguenti ipotesi:
1. il bene prodotto è omogeneo;
2. le imprese operano in condizione di "informazione perfetta", ossia tutti gli operatori dispongono di informazioni complete in merito ai costi di produzione, ai prezzi, al salario reale di equilibrio, ecc.;
3. le imprese che operano sul mercato hanno una dimensione atomica, tale da non poter influenzare in alcun modo i prezzi di vendita, e che non esistono barriere all'ingresso e all'uscita dei concorrenti;
4. i fattori della produzione sono perfettamente sostituibili fra loro, ossia possono essere riallocati alla produzione di diversi beni, mantenendo sempre la stessa produttività marginale. Questa ipotesi è naturalmente riferita al lungo periodo ed è fondamentale affinché il prezzo di equilibrio sia pari al minimo del costo medio di lungo periodo.
Leggendo, navigando in internet, scorrendo i “giornalini” di informazione locale ho notato con sempre più crescente disappunto che gli spazi informativi erano monopolio quasi incontrastato di un certo settore del mercato artistico e che alle manifestazioni e eventi organizzati da chi a questo settore non appartiene, veniva dato un risalto minimo se non addirittura inesistente.
Un paio di esempi.
L’Associazione Artisti di Bolzano nonostante facesse parte di progetti come “Time Code” e “aspettando Manifesta” con alcuni interventi quali: la mostra alla LUB inserita per l’appunto in Time Code o l’iniziativa Artebus “l’arte tra la gente”, ha cercato di portare il suo contributo a tali manifestazioni, contributo discutibile o meno (non sta a me deciderlo ma ai fruitori) ma che, nel volume finale di presentazione dell’evento Time Code, non viene nemmeno citato! Escludendolo in tal modo da qualsiasi possibilità di confronto, un atto con dei connotati piuttosto evidenti.
In “aspettando manifesta” l’Associazione Artisti di Bolzano collabora con due progetti, uno in corso “Artebus” e un altro, “Moduli”, programmato per luglio/agosto.
Riguardo ad “Artebus” che gira quotidianamente sui nostri autobus cittadini da i primi di giugno fino a fine luglio e oltre, è stato scritto un articoletto dopo tre giorni dalla sua inaugurazione, un articolo curiosamente prolifico sul giornale locale di madre lingua tedesca il giorno dopo l’inaugurazione poi più nulla per un paio di settimane, per poi scomparire addirittura in un articolo dedicato ad “Aspettando Manifesta” sul quotidiano locale (l’arte tra la gente, appunto), in rete e in altri giornali nulla o quasi.
Parlo nello specifico della realtà che conosco, naturalmente, ma mi chiedo quante associazioni o privati sono stati esclusi da questi eventi?
Al contrario trovano molto spazio, se non tutto, altri curatori e artisti, con foto, commenti, articoli, talvolta riproposti quotidianamente su giornali, giornalini e in rete. Di cui, naturalmente, non discuto la validità, non per lo meno in questo contesto e non stigmatizzo la loro presenza sui mass-media, in sé. Ma segnalo la disuguaglianza di trattamento in Manifestazioni che si dichiarano di grande valore democratico.
Così si attua un monopolio che crea qualche dubbio pure sulla volontà di censura, si può tranquillamente parlare di corsia privilegiata.
Tutti conosciamo l’influenza della pubblicità e del marketing quando viene proposto un prodotto, io mi preoccupo quando chicchessia viene e mi dice “questa è l’arte” e mi fa vedere solo quella con insistenza.
Se tutti fumassimo una sola marca di sigarette quella marca sarebbe “la sigaretta”. Ma fortunatamente non è così, anche se qualcuno ci tenta sempre.
Confronto, libera espressione, uguali opportunità, sono i presupposti per chi fa e usufruisce di arte, quella a cui si sta assistendo ora è un operazione di marketing, che tende a monopolizzare ed escludere per poter controllare il mercato e favorire alcuni piuttosto che altri.
Non permettere alle persone (tutte le persone) di scegliere almeno cosa consumare, dato che di questo si tratta, è un ulteriore crudeltà, oltre ad essere assolutamente antidemocratico e la storia dell’arte insegna che non accetta vincoli di sorta e ogni volta che hanno tentato di limitarla è esplosa in tutt’altra forma, opposta o completamente astrusa dalla sua forma originale.
L’arte è libera e di tutti, questo ho sempre creduto ma come può essere di tutti se le condizioni con cui essa può manifestarsi e esprimersi sono limitate già all’avvio, da chi in definitiva gestisce il mercato?
Un merito al Museion và dato, non si è mai parlato tanto d’arte a Bolzano da un bel pezzo. Se fosse questa la grande provocazione dell’arte contemporanea ben venga, ma se rimane solo questa, fare parlare di sé, perde significato e valore, è fine a se stessa, la sua morte, forse è il momento di andare oltre e cominciare aprendo i confini a chi porta anche altro, diverso, opposto, compiacente, scarso, eccelso, vago, decadente, futurista, assurdo, violento, fantastico, provocatorio, etc.., purché si possa scegliere!
Il cavaliere inesistente
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