Truffe ideologiche e inganni istituzionali.
Tossicodipendenze.
Il condizionamento ideologico è un arma strisciante, subdola e pericolosa e come tale spesso percorre canali inaspettati o addirittura li percorre tutti, anche quelli ritenuti meno corruttibili,. intere generazioni hanno creduto in cose che per molti ora sono inimmaginabili, già in passato hanno tentato di farci credere cose tanto assurde quanto comode.
Quando, le istituzioni sono organismi di gestione e controllo auto referenziali e non strumenti delle persone per le persone, la cultura è sempre più esclusivo privilegio di chi possiede i mezzi per farla, utilizzarla e promuoverla, la politica è “innominabile”, la scienza è uno strumento di potere e contenimento, come la giustizia ufficiale, il welfare e la sanità, diffidare di ciò che cercano di farci credere è un dovere!
L’ennesimo delirio ideologico del sistema di potere autoreferenziale è la “riduzione del danno”, provo a tradurre per chi non conosce l’argomento.
Dopo la catastrofica comparsa del problema droga negli anni ‘70/80 si sono cercate soluzioni utili a fronteggiare il danno sociale implicito, micro delinquenza, drammi o tragedie familiari, sicurezza, che hanno toccato tutte le fasce sociali.
Dopo aver stabilito che la lotta alla criminalità organizzata contro il traffico di droga tocca interessi troppo vicini ai sistemi di potere (armi, territori e denaro), i loro, si è constatato che il danno sociale poteva avere risvolti drammatici ma soprattutto poteva rivolgersi contro, mettendo in crisi il consenso degli elettori (“popolo bue” qualcuno lo ha definito e credo che in molti lo definiscano ancora).
Inoltre che il costo di un intervento serio, che implica mezzi adeguati e personale pagato, per affrontare la piaga della dipendenza (e non solo) sarebbe stato alto, impedendo di accumulare altri privilegi e denaro.
La soluzione l’ha trovata la psichiatria ufficiale!
Dichiariamo il tossicodipendente, l’alcolista e in genere colui che abusa di sostanze psicotrope o altro un disturbato psichico, facciamolo rientrare nel manuale diagnostico e ufficializziamo la “malattia”.
Una premessa, la psichiatria ufficiale nonostante i pochi riscontri positivi dispone, in prevalenza, l’utilizzo dei farmaci come intervento utile alla cura, ma attenzione il termine cura presuppone tutt’altro, nel originale significato è compresa la riabilitazione e l’affrancamento alla malattia o disturbo, alla dipendenza (chi diceva che chi decide il significato delle parole governa il mondo e viceversa?) e non il suo trasferimento ad altra malattia, disturbo o dipendenza. È un poco come quello che ha mal di denti e si dà una martellata su un dito per non sentire più o in misura minore, il primo dolore.
Quali sono i vantaggi di una soluzione simile ?
-I costi ridotti. (Non ne sono poi così certo).
Per seguire una persona che presenta tali problematiche avendo come obbiettivo la sua cura, intesa nel significato originale del termine, serve un equipe preparata e specializzata, con forti spinte motivazionali, metodologie di livello, strumenti e mezzi adeguati e presenti, interventi sulla cittadinanza, prevenzione, informazione e coinvolgimento e tutto questo costa denaro ed impegno. Dare un farmaco sostitutivo che nella maggioranza dei casi ha un effetto sedativo, non rende necessario l’intervento di persone specializzate (se non lo psichiatra e i diminuiti operatori addetti al controllo), dato che lo scopo stesso dell’intervento è quello di contenere la compulsività all’uso della sostanza stupefacente, mutato l’obbiettivo (o meglio il significato del termine) muta la spinta motivazionale e la metodologia non ha bisogno di grandi innovazioni, gli strumenti diventano minori e standard (istituzionalizzando e burocratizzando gli interventi) e la stessa prevenzione o informazione acquista significati diversi e meno importanti, i costi si riducono. Ma le persone non vengono curate veramente, per lo meno quelle che lo richiedono e ci sono!
-Un forte incremento dei guadagni sui farmaci sia da parte dei produttori, di chi gestisce il mercato e di alcuni (e forse più di qualcuno) che li “spaccia” al dettaglio.
-L’illusione di contenere la micro-criminalità. Esistono statistiche che non confermano tale illusione. E poi basta guardarsi intorno.
-La permanenza del mercato illegale, che può diventare fonte di guadagni legali.
-La gestione, il controllo ed il contenimento dell’abusante che può essere il tossicodipendente, l’alcolista, il farmaco-dipendente, il giocatore compulsivo, per ora, ma che sta diventando la casalinga depressa, l’anziano ansioso, il minore iper-attivo, l’internet-dipendente, con l’omosessuale avevano provato ma è andata male, ora ci provano con il transessuale, da tempo ci provano con gli artisti, chissà dove riusciranno ad arrivare….
-Possibilità di “guarigione”, non intesa come eliminazione del problema ma come gestione, parziale, dello stesso. La cronicizzazione dei disturbi permette il mantenimento del circolo vizioso e dei suoi seguaci-organizzatori.
-Effetti sedanti e di contenimento degli impulsi aggressivi, tutti! Aaarghh, la lobotomia, Orwell, 1984, i massacri nelle scuole degli Stati Uniti, Mengele!!!!
Ciò che lotta alla droga e cura del tossicodipendente dovrebbe significare.
Un'altra premessa diventa necessaria, non si tratta di posizioni oltranziste dettate da emozioni personali o ideologiche, ma di una riflessione dettata dagli atteggiamenti e le azioni mostrate dal mondo del “servizio sociale pubblico” o welfare, che ormai in quasi tutti i suoi interventi mostra una notevole attenzione alle entrate e alle uscite, ma una, molto scarsa, ai compiti che si è prefissato.
In questo modo privilegia soluzioni di gestione e controllo che permettono, come già detto, una riduzione dei costi ma un concomitante ed inevitabile mantenimento dello status.
Il farmaco ha sicuramente un valore nella cura sintomatologica ma solo in casi estremamente gravi può diventare una soluzione definitiva, la volontà di drogarsi non può essere supportata con surrogati statali proposti come fossero aspirine, non si può far passare una dipendenza come una malattia incurabile quando esistono evidenze del contrario. Fino a che non esistono prove certe ed insindacabili a sostegno di certe posizioni (quali che siano) è meglio astenersi dal portarle avanti con tanta determinazione. A meno che tale determinazione non abbia altre ragioni, appunto. E allora:
-Guerra senza quartiere a livello internazionale ai narcotrafficanti,
-Personale di polizia super-specializzato.
-Campagna informativa riguardo alle dipendenze, intervento culturale, sociologico, psicologico sulle stesse.
-Cura intesa nel significato completo del termine che presuppone come obbiettivo primario la riabilitazione e il recupero delle potenzialità e cioè programmi e metodologie non invasive e nell’ ordine della compatibilità con i diritti umani e in accordo con i curati. Il consenso della persona è dato fondamentale in uno stato di diritto, per eccesso anche la volontà di drogarsi è un diritto, resta allo stato, cioè, a chi è pagato dal popolo per occuparsi di queste cose, il compito di provvedere affinché la droga non sia una preda così ambita. Questo significa un intervento culturale di alto livello con azioni sui media non solo pubblicitarie ma di contenuti, significa alternative, possibilità, sostegni, opportunità per le nuove generazioni, significa lotta alla deprivazione culturale dei ceti poveri, lotta alla povertà in genere.
-Comunità terapeutiche con metodologie diverse, perché siamo diversi. L’attenzione è sull’essere umano e sulle sue risorse e non sul mantenimento dello stato patologico (se di questo si vuole parlare).
-Possibilità concrete di reintegrazione sociale, lavoro, studio, formazione, sport…
-Progettazione vera e non dichiarata, il che presuppone il sostegno economico adeguato a ciò che ci si prefigge.
Il problema droga non è in diminuzione è solo più “gestito” e nascosto e probabilmente in aumento, l’atteggiamento culturale e economico dei nostri amministratori continuerà a mantenere questo status, alimentando un cancro che si tenta di celare.
Il cavaliere inesistente
domenica 17 maggio 2009
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