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giovedì 6 settembre 2012

Istituzioni a delinquere







Istituzioni a delinquere
L’evidente corruzione, il clientelismo, l’atteggiamento mafioso, le complicità, la violenza sottile e quella manifesta, gli autoritarismi stanno diventando sempre piu evidenti nell’attuale “democrazia sospesa” e forse mai esistita della nostra repubblica. Probabilmente più della metà del paese vive con la convinzione che il vero nemico si annida ormai nella “cosa pubblica” che politici, molta magistratura, manager e industriali attraverso un sistema ben costruito in anni di trame più o meno organizzate concorrono al mantenimento dello stesso a discapito di almeno tre quarti della popolazione, che nella maggior parte dei casi sopravvive e basta.
-La burocrazia (sempre più complicata e per addetti ai lavori) per “fottere” gli ignoranti (nel senso che ignorano) e gli impazienti. 
-Il sistema giudiziario e di polizia per “ri-fottere” gli ignoranti (sulle leggi fatte da loro) e ogni tipo di diversità sociale e ogni ribellione (sulla criminalità si dovrebbe aprire una lunga parentesi essendo un tema estremamente complicato). 
-Il servizio sociale per controllare e gestire, sotto una maschera di falsa solidarietà, i diversi (“gli scarti” avrebbe detto un uomo con i baffetti nel 1940) con artifizi tendenti sempre a sedare, conformare e soffocare ogni tipo di manifestazione che possa riproporre comprtamenti e pensieri non a norma, ricondurre verso “la normalità” di cui peraltro si è perso il senso da tempo, una “normalità” che coincide quasi sempre con la totale alienazione dalla realtà infatti cosa c’è di più “normale” che guardare la televisione o andare in facebook o ubriacarsi e drogarsi con sostanze illegali e legali (prescritte strano caso dalla pseudoscienza storicamente individuata come la più utile al controllo sociale con esempi devastanti come i lager, le pulizie etniche, l’elettroschok per non parlare di lobotomia e altri orrori, la psichiatria naturalmente e non sono di Scientology).
-L’istituzione religiosa, la grande “sola” e non aggiungo altro perchè ormai si è detto e parlato tanto e se non si è ancora capito vuol dire che non si vuole capire.
-Il sindacato che da trent’anni non fà altro che accordarsi con i potenti per ottenere le briciole per chi dicono di rappresentare e grossi favori per i loro quadri, riempiendo le loro sedi di rappresentanti che ripropongono gli stessi meccanismi e si contraddistinguono per inettitudine, furbizie di bassa lega e opportunismo (la tendenza a generalizzare che potrebbe essere letta come una grave mancanza in questo scritto è compensata dalla convinzione che chi tenta di opporsi a tale sistema dura poco in tali organizzazioni).
-Il sistema politico, una cosa mi meraviglia ma questi perchè sono ancora lì dopo tutto quello che hanno fatto e continuano a fare? Nonostante una percentuale, che sembra superi il 70 per cento dei cittadini italiani, non abbia fiducia in costoro (questa è un oligarchia non una democrazia) sono ancora lì a dirci che dobbiamo fare sacrifici per mantenerli, mah..
-L’industria culturale che attraverso i mezzi di comunicazione, la moda, la pubblicità, la scuola continua il suo tentativo di indottrinare, massificare, distrarre e sedurre per distorcere la realtà e nascondere le cose che accadono e naturalmente speculare sulle finzioni che ci propinano.
-Il mercato, l’alibi per ogni nefandezza, oggi assunto al ruolo di capro espiatorio per nascondere responsabilità dirette.
-La stessa costituzione non è più credibile non tanto per i contenuti ma per i continui tentativi di demolirla da parte delle stesse istituzioni che dovrebbero seguirne i dettami, tanto da arrivare a mettere in dubbio diritti fondamentali sanciti in modo perentorio come casa e lavoro (la Fornero). 

Come si può uscire da una simile situazione?
Personalmente non vedo molte alternative, non credo che continuando in questo modo le cose miglioreranno, da una parte ci parlano di ripresa ma sono parole, dall’altra c’è la borsa, lo spread, i mercati e i prezzi che salgono e la disponibilità economica che cala. 
Parlo di benzina, luce, acqua, alimentari di qualità, costi dei servizi, costi della quotidianeità e parlo di stipendi, non bloccati, ma bensì in ribasso per i nuovi assunti ed ecco perchè fà comodo l’abolizione totale dell’articolo 18. Credo che sia in atto un tentativo, connotato da una certa aggressività, di abbassare in modo considerevole il costo del lavoro a discapito di chi già percepisce il minimo indispensabile e di tutta una serie di categorie sociali (una specie di ricaduta proporzionale, chi più guadagna meno ne soffre) del ceto medio-basso. L’alibi che giustificherebbe tale tentativo è naturalmente la crisi che presunta o reale che sia smette di essere credibile fino a che la cifra di 7000 euro netti mensili (e sono generoso), come stipendio per dirigenti segretari, consulenti, tecnici nel settore pubblico e nei suoi “derivati” (politica, magistratura, industria culturale, gestione manageriale, etc..) non diverrà un limite, temporaneo forse, ma indispensabile e invalicabile.. e io il populismo lo posso fare perchè del popolo credo proprio di farne parte, sia economicamente che culturalmente . 
Non vedo un futuro roseo ma non voglio nemmeno farmi irretire dal qualunquismo imperante o lasciarmi andare alla rassegnazione (d’antica origine cattolica), ne sprofondare nella depressione post-moderna degli insoddisfatti e tanto meno sono interessato a conformarmi ad un sistema che non condivido quasi per la sua interezza (e non credo proprio di essere il solo). 
Azz.. la vedo dura!

Il cavaliere inesistente

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