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domenica 9 settembre 2012

Maschi alfa e mezziuomini





Da un pò di tempo, nel linguaggio comune è apparsa una nuova definizione, sempre più utilizzata. 
La prima volta che ho avuto modo di sentirla, riferita da un essere umano, mi pare fosse in un episodio di CSI (serie poliziesca televisiva) notoriamente fonte autorevole di divulgazione scientifica.
“Il maschio alfa”. 
Prima c’erano i faraoni-dei, poi i patrizi, poi gli aristocratici, poi i borghesi, poi i superuomini, poi gli ariani, poi la classe dirigente e i leader e adesso eccoci ai maschi alfa, non impareremo mai.
La definizione maschio alfa ha sempre avuto un significato strettamente etologico (etologia:studio comportamento animale) e in particolare riferita alla categoria dei lupi (canidi) anche perché in natura, nel mondo animale, esistono molte specie in cui predominano le femmine alfa, per cui nemmeno nel mondo strettamente animale si può utilizzare il termine per crearne una teoria generale, figuriamoci con una specie come quella umana. Mi auguro si sia capito che non siamo solo animali, siamo anche animali e spero un poco diversi dai lupi (che peraltro mostrano tratti molto più umani che quelli degli stessi esseri umani). 
La produzione di un significato, per un termine o parola, ha un valore enorme perché permette tutta una serie di operazioni utili alla definizione del nostro mondo, coscienti o meno di quello che ci accade. Falsare i significati che producono teorie generali sul mondo è un aggressione violenta ad ogni libertà. Operare una trasposizione di significati in modo totalmente ascientifico, acritico e non analitico e frutto di una supposta relazione tra il mondo dei canidi e quello degli umani, è un imbroglio colossale.
Maschio alfa “non significa un cazzo” se non riferito al mondo animale e precisamente per alcune tipologie di animali. L’unico accostamento possibile potrebbe essere quello sessuale ma ancora una volta si parla di una specificità riferita ad un determinato campo e in condizioni particolari. Il fatto che esistano posizioni diverse, all’interno di un sistema sociale, ha tutta una serie di motivazioni e origini che vanno ben oltre le predisposizioni biologiche o genetiche o gli effetti ormonali e spesso le posizioni di potere nel tempo rivelano lati oscuri e bassezze inconciliabili con le aspettative legate al significato delle parole sotto esame.
Il significato attribuito all’espressione maschio alfa è quindi assolutamente gratuita e indicativa di un atteggiamento mentale perlomeno poco razionale, se portata in campo umano. E’ un significato assolutamente soggettivo.

Anche “mezziuomini” è un espressione che porta un significato soggettivo con alcune diversità rispetto al “maschio alfa”, è espressamente riferito alla razza umana con caratteristiche uniche della razza umana ed ha un carico qualitativo molto più potente che lo rende più credibile. Contrariamente al maschio alfa di cui qualcuno può supporre l’esistenza, i mezziuomini esistono quasi per tutti, diciamo che esistono nella razza umana caratteristiche particolari che coincidono con precisione a ciò a cui essa stessa (la razza umana) darà un nome ed un significato. 
I piccolo borghesi, i collaborazionisti, gli opportunisti, i sottomessi, i disonesti, i leccaculo, i servi, gli imbecilli e quant’altro, sono le espressioni che solitamente identificano i mezziuomini, ma poi ognuno dà la sua “piega”, la peculiarità che rende il significato del termine di difficile applicazione per generalizzare, e di conseguenza risulta difficile il riconoscimento di tale qualità nei singoli esseri umani, tutti pensano che al mondo esistano i mezziuomini ma nessuno ci si identifica (chissà invece quanti si sentono maschi alfa!), eppure il mondo ne è pieno.
Forse perché in realtà siamo mezziuomini? La nostra stessa doppia natura di “animale intelligente” potrebbe essere causa di questa ambivalenza, in modo parzialmente incosciente siamo ciò che disprezziamo?
E’ un esercizio mentale con forti caratteristiche soggettive per cui è un pò come se sull’argomento ognuno potesse dire ciò che gli pare e piace, che è quello che succede.
Per alcuni un mezzo uomo è un omosessuale, per altri è uno che porge l’altra guancia, per altri ancora uno che non ambisce a posizioni di prestigio, per taluni addirittura una persona gentile diventa un mezzo uomo (un tempo chi non beveva, fumava e scatarrava per terra bestemmiando, era un mezzo uomo!), per alcuni, disturbi fisiologici o mentali caratterizzano i mezzi uomini. Ma il significato può cambiare in modo decisivo per altri, per cui i mezzi uomini sono gli inetti, quelli che leccano il culo per piccoli o grandi vantaggi, i volta faccia (quanti ne conosciamo!), i conformisti per interesse, quelli che fingono di essere dalla tua parte fino a che la cose vanno male ma appena hanno convenienza tradiscono, quelli “io penso a me e al massimo alla mia famiglia”. 
Ancora più nello specifico e soggettivando al massimo (cioè per me) i mezzi uomini sono quelli che frugano nelle tasche dei moribondi per rubare il portafoglio, quelli che si accordano con le autorità quali che siano: leader di stato, presidenti, direttori, capi e via così; per avere dei vantaggi pur sapendo che è scorretto e vile, quelli che sanno che è sbagliato ma lo fanno lo stesso (tutti), quelli che usufruiscono o hanno usufruito di vantaggi ma impediscono che questo avvenga per gli altri, coloro che usano l’autorità per evitare le obiezioni, quelli che “galleggiano” (l’importante è: “Forza Milan”, o “Juve” o “Inter”, etc..) mentre gli altri affogano, quelli che dicono molto ma non fanno niente, quelli che fingono di agire per interesse comune ma in realtà è per avere vantaggio personale, i figli della “banalità del male” ben definiti dalla Arendt, insomma siamo noi con delle variabili di intensità, chi più e chi meno, ma in fondo tutti (anche i presunti dotati), una volta e forse più è incappato in tali situazioni e c'è chi continua a ripetersi.

Altro che “maschi Alfa”, è più probabile che siamo solo dei mezzi-uomini destinati a scomparire singolarmente e, continuando così, probabilmente anche come specie.

Il cavaliere inesistente

giovedì 6 settembre 2012

Istituzioni a delinquere







Istituzioni a delinquere
L’evidente corruzione, il clientelismo, l’atteggiamento mafioso, le complicità, la violenza sottile e quella manifesta, gli autoritarismi stanno diventando sempre piu evidenti nell’attuale “democrazia sospesa” e forse mai esistita della nostra repubblica. Probabilmente più della metà del paese vive con la convinzione che il vero nemico si annida ormai nella “cosa pubblica” che politici, molta magistratura, manager e industriali attraverso un sistema ben costruito in anni di trame più o meno organizzate concorrono al mantenimento dello stesso a discapito di almeno tre quarti della popolazione, che nella maggior parte dei casi sopravvive e basta.
-La burocrazia (sempre più complicata e per addetti ai lavori) per “fottere” gli ignoranti (nel senso che ignorano) e gli impazienti. 
-Il sistema giudiziario e di polizia per “ri-fottere” gli ignoranti (sulle leggi fatte da loro) e ogni tipo di diversità sociale e ogni ribellione (sulla criminalità si dovrebbe aprire una lunga parentesi essendo un tema estremamente complicato). 
-Il servizio sociale per controllare e gestire, sotto una maschera di falsa solidarietà, i diversi (“gli scarti” avrebbe detto un uomo con i baffetti nel 1940) con artifizi tendenti sempre a sedare, conformare e soffocare ogni tipo di manifestazione che possa riproporre comprtamenti e pensieri non a norma, ricondurre verso “la normalità” di cui peraltro si è perso il senso da tempo, una “normalità” che coincide quasi sempre con la totale alienazione dalla realtà infatti cosa c’è di più “normale” che guardare la televisione o andare in facebook o ubriacarsi e drogarsi con sostanze illegali e legali (prescritte strano caso dalla pseudoscienza storicamente individuata come la più utile al controllo sociale con esempi devastanti come i lager, le pulizie etniche, l’elettroschok per non parlare di lobotomia e altri orrori, la psichiatria naturalmente e non sono di Scientology).
-L’istituzione religiosa, la grande “sola” e non aggiungo altro perchè ormai si è detto e parlato tanto e se non si è ancora capito vuol dire che non si vuole capire.
-Il sindacato che da trent’anni non fà altro che accordarsi con i potenti per ottenere le briciole per chi dicono di rappresentare e grossi favori per i loro quadri, riempiendo le loro sedi di rappresentanti che ripropongono gli stessi meccanismi e si contraddistinguono per inettitudine, furbizie di bassa lega e opportunismo (la tendenza a generalizzare che potrebbe essere letta come una grave mancanza in questo scritto è compensata dalla convinzione che chi tenta di opporsi a tale sistema dura poco in tali organizzazioni).
-Il sistema politico, una cosa mi meraviglia ma questi perchè sono ancora lì dopo tutto quello che hanno fatto e continuano a fare? Nonostante una percentuale, che sembra superi il 70 per cento dei cittadini italiani, non abbia fiducia in costoro (questa è un oligarchia non una democrazia) sono ancora lì a dirci che dobbiamo fare sacrifici per mantenerli, mah..
-L’industria culturale che attraverso i mezzi di comunicazione, la moda, la pubblicità, la scuola continua il suo tentativo di indottrinare, massificare, distrarre e sedurre per distorcere la realtà e nascondere le cose che accadono e naturalmente speculare sulle finzioni che ci propinano.
-Il mercato, l’alibi per ogni nefandezza, oggi assunto al ruolo di capro espiatorio per nascondere responsabilità dirette.
-La stessa costituzione non è più credibile non tanto per i contenuti ma per i continui tentativi di demolirla da parte delle stesse istituzioni che dovrebbero seguirne i dettami, tanto da arrivare a mettere in dubbio diritti fondamentali sanciti in modo perentorio come casa e lavoro (la Fornero). 

Come si può uscire da una simile situazione?
Personalmente non vedo molte alternative, non credo che continuando in questo modo le cose miglioreranno, da una parte ci parlano di ripresa ma sono parole, dall’altra c’è la borsa, lo spread, i mercati e i prezzi che salgono e la disponibilità economica che cala. 
Parlo di benzina, luce, acqua, alimentari di qualità, costi dei servizi, costi della quotidianeità e parlo di stipendi, non bloccati, ma bensì in ribasso per i nuovi assunti ed ecco perchè fà comodo l’abolizione totale dell’articolo 18. Credo che sia in atto un tentativo, connotato da una certa aggressività, di abbassare in modo considerevole il costo del lavoro a discapito di chi già percepisce il minimo indispensabile e di tutta una serie di categorie sociali (una specie di ricaduta proporzionale, chi più guadagna meno ne soffre) del ceto medio-basso. L’alibi che giustificherebbe tale tentativo è naturalmente la crisi che presunta o reale che sia smette di essere credibile fino a che la cifra di 7000 euro netti mensili (e sono generoso), come stipendio per dirigenti segretari, consulenti, tecnici nel settore pubblico e nei suoi “derivati” (politica, magistratura, industria culturale, gestione manageriale, etc..) non diverrà un limite, temporaneo forse, ma indispensabile e invalicabile.. e io il populismo lo posso fare perchè del popolo credo proprio di farne parte, sia economicamente che culturalmente . 
Non vedo un futuro roseo ma non voglio nemmeno farmi irretire dal qualunquismo imperante o lasciarmi andare alla rassegnazione (d’antica origine cattolica), ne sprofondare nella depressione post-moderna degli insoddisfatti e tanto meno sono interessato a conformarmi ad un sistema che non condivido quasi per la sua interezza (e non credo proprio di essere il solo). 
Azz.. la vedo dura!

Il cavaliere inesistente