domenica 31 ottobre 2010
"LA VITA é COME UN FILM"
Direi che è difficile negare un azione recitativa nei nostri rapporti sociali, una considerevole parte di atteggiamenti in cui noi, esseri umani, ci comportiamo come attori spesso costretti ad un ruolo determinato da altri/o.
La logica impone una parte rituale nei rapporti sociali in cui la coscienza della sua necessità supera l'ansia di fingere. Questo probabilmente dovrebbe essere il limite, che appare oramai superato dai processi evolutivi della società del profitto, tanto da spingersi all'opposto.
La finzione, perdendo il suo carattere rituale, ha preso il sopravvento, "le recite" non sono più espressione dell'incontro sociale ma determinanti nella definizione del sè, più uno è bravo a recitare un ruolo nella relazione sociale più è riconosciuto dagli altri attori, al di là di chi siano in realtà.
Nella società dello spettacolo non importa chi tu sia importa ciò che vuoi far credere di essere.
Ne abbiamo ottimi esempi nella politica, nell'economia (arrivismo, marketing, burocrazia), ma anche nella quotidianità dove eccellere, in qualunque campo, compensa altro e permette il riconoscimento dell'io sociale del momento.
Il cavaliere inesistente
giovedì 7 ottobre 2010
ARRIBA ARRIBA ARRIBA
Esistono comportamenti umani nel confronto sociale che trovo veramente spregevoli nella loro assoluta dedizione alle dinamiche social-capitalistiche, uno di questi comportamenti o disturbi (da un punto di vista psicopatologico) è l'arrivismo, atteggiamento facilmente individuabile e particolarmente presente nelle società contemporanee.
L'obbiettivo dell'arrivista è fisso, il percorso è flessibile in un ottica macchiavellica, in cui tutto va bene purchè tendente all'obbiettivo finale che non può essere altro che l'autoaffermazione (anche economica).
L'arrivista se ne "strafotte" del percorso e degli "ostacoli" (vissuti come ostacoli e non come opportunità) che scavalca utilizzando il semplice sistema del "forte con i deboli e debole con i forti".
L'arrivista si adegua incessantemente secondo le convenienze e chiama questa modalità "flessibilità" o "apertura mentale", le convenienze spesso non hanno nulla a che fare con l'attività specifica (campo di lavoro) dell'arrivista.
L'arrivista è una delle emanazioni di maggior efficacia del sistema produttivo, è un consumatore quasi completo. Non solo la materia ma anche il pensiero portante del sistema capitalistico viene consumato e pubblicizzato attraverso un indice di gradimento.
L'arrivista è un modello sociale capitalistico.
BUTTADE
- La mafia è un organizzazione criminale ma è anche un atteggiamento mentale, un modo di intendere i rapporti tra le persone, un modo per mantenere potere e privilegi, un modo che nel nostro "amato" paese ha a che fare con la sua stessa storia culturale. I sistemi organizzati, le corporazioni, le stesse istituzioni fino ad arrivare alle piccole o grandi asssociazioni, i gruppi con interessi comuni, in un certo modo evidenziano un sistema di relazioni basate su forze di potere che tendono in primis a mantenersi e tutelarsi.
- Ammettere l'esistenza di un "disturbo asociale" sottintende l'esistenza di un sociale non disturbato, ammettere l'esistenza di un sistema sociale non disturbato, in atto, potrebbe essere, a questo punto, un disturbo della percezione della realtà. Probabilmente è per questo che oggi mi sento un poco "disturbato".
- Gran parte degli psichiatri sono persone senza memoria, gran parte degli psicanalisti sono persone con una memoria fantasiosa.
- Ma lo siamo o ci fanno?
- Un altro esempio di mutazione dei significati delle nostre parole è quello del sostantivo giustizia, termine particolarmente alla ribalta di questi tempi (vedi riforma della giustizia, etc..). Legge e giustizia sono due cose diverse. Mentre la legge è un insieme di codici di regolamentazione del sociale, la giustizia si riferisce ad un valore condiviso utile ad uno stile di vita in cui di base resta l'eguaglianza degli uomini. La giustizia ha poco a che vedere con la legge, tant'è vero che le leggi possono variare da paese a paese mentre la giustizia (sociale,economica,politica,etc..) assume una valenza (o almeno dovrebbe) universale.
Il cavaliere inesistente