domenica 29 gennaio 2012
MARIO MONTI E LA GRANDE MANOVRA
Questa non è una manovra finanziaria, è una vera e propria agressione, un attacco alle fasce di reddito medio-basse. L'equità è una farsa.
Le lacrime ed il sangue saranno quelle di chi già le versa quotidianamente, i pensionati, gli stipendiati di medio basso livello, ma sopratutto le fasce più deboli, emarginati, già poveri, disabili, etc..
Una manovra che attraverso i suoi proponenti dichiara di pretendere sacrifici da tutti, tutelando in realtà gli interessi della categoria di appartenenza (piccoli e grandi capitalisti, banchieri, riccastri, etc..), la classe dirigente.
Ormai è evidente l'intento di salvaguardare la stabilità economica dei referenti di questi governanti, e così si fanno aumentare i profitti degli istituti bancari con l'imposizione di un conto corrente a chi ancora non lo ha o con la riduzione di alcune tassazioni legate a determinate operazioni finanziarie per le banche ma ferme se non adirittura aumentate quelle per i correntisti sia che abbiano un reddito da 500 o 5000 euro.
Tale manovra non incide sui costi e privilegi della politica se non con misure propagandistiche, rivelando una natura politico-economica.
Una manovra che finge di aggredire fiscalmente i capitali rientrati dall'estero grazie agli ultimi condoni, fumo negli occhi.
Una manovra che si arrende ancor prima di combattere la guerra ai grandi evasori fiscali che si annidano nelle società partecipate, nelle istituzioni stesse (appalti, corsie preferenziali, inciuci,etc..) e nel mondo della finanza.
Una manovra senza crescita e sviluppo, le liberalizzazioni vanno gestite con metodo ed intelligenza altrimenti sono un ulteriore danno, come si è verificato nei trasporti, nei servizi postali e nei servizi al cittadino, alla persona.
Una manovra che tutela i già ricchi (il ricco per eccellenza Silvio B.) grazie all'assurdità delle frequenze televisive regalate (se regolarmente messe all'asta avrebbero fruttato molti soldi utili a combattere l'attuale crisi). Una manovra che non prevede contrattazione con le parti sociali (lavoratori, operai, pensionati, piccoli imprenditori) con un atteggiamento determinato che invece non mostra con politici, banchieri, holding finanziarie, chiesa cattolica, etc..
Una manovra che promette di voler togliere a tutti un poco, senza considerare minimamente che togliere 1 a chi ha 1 o 2 (o 0) è molto differente che togliere 1 a chi ha 5 o 10 o 1000.
Questa manovra è l'ennesima sopraffazione dei potenti sui deboli, un ingiustizia sociale ancor più grave per la maschera di equità con cui viene proposta-imposta.
Non basta continuare con le vessazioni ma continuano anche a prenderci in giro come fossimo capre ignoranti, popolo bue, numeri per tabelle statistiche o carne da macello!
Il cavaliere inesistente
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