Da un pò di tempo, nel linguaggio comune è apparsa una nuova definizione, sempre più utilizzata.
La prima volta che ho avuto modo di sentirla, riferita da un essere umano, mi pare fosse in un episodio di CSI (serie poliziesca televisiva) notoriamente fonte autorevole di divulgazione scientifica.
“Il maschio alfa”.
Prima c’erano i faraoni-dei, poi i patrizi, poi gli aristocratici, poi i borghesi, poi i superuomini, poi gli ariani, poi la classe dirigente e i leader e adesso eccoci ai maschi alfa, non impareremo mai.
La definizione maschio alfa ha sempre avuto un significato strettamente etologico (etologia:studio comportamento animale) e in particolare riferita alla categoria dei lupi (canidi) anche perché in natura, nel mondo animale, esistono molte specie in cui predominano le femmine alfa, per cui nemmeno nel mondo strettamente animale si può utilizzare il termine per crearne una teoria generale, figuriamoci con una specie come quella umana. Mi auguro si sia capito che non siamo solo animali, siamo anche animali e spero un poco diversi dai lupi (che peraltro mostrano tratti molto più umani che quelli degli stessi esseri umani).
La produzione di un significato, per un termine o parola, ha un valore enorme perché permette tutta una serie di operazioni utili alla definizione del nostro mondo, coscienti o meno di quello che ci accade. Falsare i significati che producono teorie generali sul mondo è un aggressione violenta ad ogni libertà. Operare una trasposizione di significati in modo totalmente ascientifico, acritico e non analitico e frutto di una supposta relazione tra il mondo dei canidi e quello degli umani, è un imbroglio colossale.
Maschio alfa “non significa un cazzo” se non riferito al mondo animale e precisamente per alcune tipologie di animali. L’unico accostamento possibile potrebbe essere quello sessuale ma ancora una volta si parla di una specificità riferita ad un determinato campo e in condizioni particolari. Il fatto che esistano posizioni diverse, all’interno di un sistema sociale, ha tutta una serie di motivazioni e origini che vanno ben oltre le predisposizioni biologiche o genetiche o gli effetti ormonali e spesso le posizioni di potere nel tempo rivelano lati oscuri e bassezze inconciliabili con le aspettative legate al significato delle parole sotto esame.
Il significato attribuito all’espressione maschio alfa è quindi assolutamente gratuita e indicativa di un atteggiamento mentale perlomeno poco razionale, se portata in campo umano. E’ un significato assolutamente soggettivo.
Anche “mezziuomini” è un espressione che porta un significato soggettivo con alcune diversità rispetto al “maschio alfa”, è espressamente riferito alla razza umana con caratteristiche uniche della razza umana ed ha un carico qualitativo molto più potente che lo rende più credibile. Contrariamente al maschio alfa di cui qualcuno può supporre l’esistenza, i mezziuomini esistono quasi per tutti, diciamo che esistono nella razza umana caratteristiche particolari che coincidono con precisione a ciò a cui essa stessa (la razza umana) darà un nome ed un significato.
I piccolo borghesi, i collaborazionisti, gli opportunisti, i sottomessi, i disonesti, i leccaculo, i servi, gli imbecilli e quant’altro, sono le espressioni che solitamente identificano i mezziuomini, ma poi ognuno dà la sua “piega”, la peculiarità che rende il significato del termine di difficile applicazione per generalizzare, e di conseguenza risulta difficile il riconoscimento di tale qualità nei singoli esseri umani, tutti pensano che al mondo esistano i mezziuomini ma nessuno ci si identifica (chissà invece quanti si sentono maschi alfa!), eppure il mondo ne è pieno.
Forse perché in realtà siamo mezziuomini? La nostra stessa doppia natura di “animale intelligente” potrebbe essere causa di questa ambivalenza, in modo parzialmente incosciente siamo ciò che disprezziamo?
E’ un esercizio mentale con forti caratteristiche soggettive per cui è un pò come se sull’argomento ognuno potesse dire ciò che gli pare e piace, che è quello che succede.
Per alcuni un mezzo uomo è un omosessuale, per altri è uno che porge l’altra guancia, per altri ancora uno che non ambisce a posizioni di prestigio, per taluni addirittura una persona gentile diventa un mezzo uomo (un tempo chi non beveva, fumava e scatarrava per terra bestemmiando, era un mezzo uomo!), per alcuni, disturbi fisiologici o mentali caratterizzano i mezzi uomini. Ma il significato può cambiare in modo decisivo per altri, per cui i mezzi uomini sono gli inetti, quelli che leccano il culo per piccoli o grandi vantaggi, i volta faccia (quanti ne conosciamo!), i conformisti per interesse, quelli che fingono di essere dalla tua parte fino a che la cose vanno male ma appena hanno convenienza tradiscono, quelli “io penso a me e al massimo alla mia famiglia”.
Ancora più nello specifico e soggettivando al massimo (cioè per me) i mezzi uomini sono quelli che frugano nelle tasche dei moribondi per rubare il portafoglio, quelli che si accordano con le autorità quali che siano: leader di stato, presidenti, direttori, capi e via così; per avere dei vantaggi pur sapendo che è scorretto e vile, quelli che sanno che è sbagliato ma lo fanno lo stesso (tutti), quelli che usufruiscono o hanno usufruito di vantaggi ma impediscono che questo avvenga per gli altri, coloro che usano l’autorità per evitare le obiezioni, quelli che “galleggiano” (l’importante è: “Forza Milan”, o “Juve” o “Inter”, etc..) mentre gli altri affogano, quelli che dicono molto ma non fanno niente, quelli che fingono di agire per interesse comune ma in realtà è per avere vantaggio personale, i figli della “banalità del male” ben definiti dalla Arendt, insomma siamo noi con delle variabili di intensità, chi più e chi meno, ma in fondo tutti (anche i presunti dotati), una volta e forse più è incappato in tali situazioni e c'è chi continua a ripetersi.
Altro che “maschi Alfa”, è più probabile che siamo solo dei mezzi-uomini destinati a scomparire singolarmente e, continuando così, probabilmente anche come specie.
Il cavaliere inesistente